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martedì 30 novembre 2010

Mortadella classica di antica ricetta bolognese

MORTADELLA CLASSICA

La Mortadella Classica proviene da carni di suini pesanti nati ed allevati in Italia la cui alimentazione è selezionata e controllata in tutte le fasi della crescita.
La Mortadella Classica è esente da qualsiasi tipo di additivo come caseinato, glutine, glutammato, acido ascorbico, destrosio, fruttosio e polifosfati aggiunti.
Viene insaccata esclusivamente in vescica naturale, dispensatrice di profumi particolari.

La mortadella Bonfatti è prodotta solo con ingredienti genuini e naturali, che hanno portato ad ottenere un prodotto di colore rosato più tenue, profumi meno invadenti, un sapore carneo deciso, una grande leggerezza ed un'ottima digeribilità.
Le stufe di cottura sono in mattone, rispettando così volutamente i canoni della tradizione.

venerdì 26 novembre 2010

Il Montébore

Il Montébore: la sua storia.
L'anno 1489 a Tortona si celebravano le nozze fra tra Isabella d’Aragona e Gian Galeazzo Sforza, nipote di Ludovico il Moro. Cerimoniere era Leonardo da Vinci, straordinario genio dell'arte e della scienza ma anche attento gastronomo: il Montébore fu l'unico formaggio invitato a tanta nobile tavola.
Ma la storia di questo formaggio rarissimo è molto più antica e la si fa risalire dell’arte casearia dei monaci dell’abbazia benedettina di Santa Maria di Vendersi, sul Giarolo, il monte attorno al quale si sviluppano le tre Valli Grue, Curone e Borbera, già fra il IX e l’XI secolo.Forma di Montebore tagliata (c) foto DeAgostini
Il Montébore è prodotto con un 75% di latte bovino (proveniente dalle belle mucche Brune Alpine, Tortonesi, Genovesi e Cabannina) e 30% di latte ovino.


Il Montébore: a tavola.
Il Montébore è perfetto come eccellenza da tutto pasto: fresco o morbido gode della compagnia dal locale miele di castagno e della melata, delle marmellate di arancia, della "cugnà", la tipica marmellata piemontese a base di mosto d’uva , cui dona la piacevolezza del proprio gusto fine, delicato ma arguto, ama le noci, i fichi, le ciliegie in agrodolce, l’uva rosata, scoprendosi così una vocazione a tutte le stagioni della natura.
Stagionato, il Montébore condisce le paste ripiene, gli gnocchi, il riso con un'accesa armonia di sapido, di piccante senza sconsideratezza, elegante, discreto, profumato. Eccellente.
Montebore e consigli per le ricette

mercoledì 24 novembre 2010

Le trote di Agritrutta

Agritrutta sorge a San Biagio di Mondovì, all'interno dell'oasi naturalistica
di Crava Morozzo. Le vasche sono alimentate dalle acque del torrente Pesio, storicamente uno dei torrenti incontaminati del basso Piemonte.
Le trote arrivano presso il nostro punto vendita il giovedi mattina, ogni due settimane.
Potete trovare, freschi e sottovuoto: filetti di trota bianca, filetti di
trota salmonata e filetti di salmarino; mentre trovate sempre disponibile il
filetto di trota affumicato.

I filetti Agritrutta.
Ogni pesce realizza due filetti. Il peso di ogni filetto è circa ¼ del peso
del pesce in origine. Ogni filetto è finemente lavorato e deliscato. Vengono eliminate le pinne ed il grasso ventrale.
Agritrutta fa pochissimo magazzino, ed esclusivamente per i prodotti
affumicati. Il pesce richiesto, viene pescato direttamente dalle vasche al momento dell'ordinazione.
Il filetto affumicato.
S'incomincia col pescare la trota adatta , che subisce un primo controllo
visivo: deve essere longilinea, esente da macchie sulla pelle e a digiuno da almeno 7 giorni.
Il pesce viene pulito delle interiora e abbondantemente risciacquato in acqua potabile.
A questo punto il pesce viene messo in cella frigo e coperto di ghiaccio fino
alla mattina successiva, quando verrà filettato a mano.
La salagione avviene a secco, cioè senza usare salamoia o soluzioni
chimico/saline, adoperando il normale sale casalingo a grana grossa.
Dopo essere stati lavati ed asciugati uno ad uno, vengono messi in cella
frigo e rapidamente abbattuti.
Il passaggio successivo consiste nell'affumicatura utilizzando segatura di
rovere essiccata due anni.
La segatura viene reperita direttamente all'origine per avere la certezza
dell'assenza totale di agenti chimici (vernici o solventi). L'affumicatura avviene a freddo, cioè ad un a temperatura di 27°.

mercoledì 17 novembre 2010

L'ape nera sicula

Non è vero che tutte le api sono gialle e nere. La livrea che normalmente associamo all’ape è in realtà tipica della ape ligustica, l’ape più diffusa in Italia, tanto da essere definita anche ape italiana. Esistono api scure, grigie o anche nerissime, proprio in Italia, simili morfologicamente alle api nere africane (dalle quali differiscono però per la minore aggressività): le quali nel dna hanno un miotipo genetico africano.

L’ape nera sicula (Apis mellifera sicula) ad esempio, scurissima, con la peluria grigia, quasi nera, che ha popolato per millenni la Sicilia, è stata abbandonata negli anni ‘60/70 quando gli apicoltori siciliani sostituirono i bugni di legno di ferula (tronchi quadrati usati come arnie) e iniziarono a importare api dal nord Italia. L’ape sicula rischiò in quegli anni la totale estinzione, evitata grazie agli studi e alle ricerche di un entomologo siciliano, Pietro Genduso, che la studiò per anni dopo la classificazione avvenuta per la prima volta nel 1911, e che trasmise poi questa vera e propria passione a uno studente, Carlo Amodeo, tuttora unico possessore di api sicule in purezza. Gli ultimi bugni di api nere sicule furono ritrovati in un baglio di Carini dove un vecchio massaro apicoltore ancora produceva miele con quel sistema antico. I bugni contenevano alcune famiglie di api che Carlo Amodeo, dopo aver deciso di praticare l’apicoltura professionale, conservò in isolamento sulle isole di Vulcano, Alicudi e Filicudi dove oggi produce l’unico miele in purezza di ape sicula. Oltre al colore scuro, l’apis mellifera sicula si distingue dalla ligustica anche per le ali più piccole. E' molto docile, tanto che non servono maschere nelle operazioni di smielatura, è molto produttiva - anche a temperature elevate, oltre i 40° quando le altre api si bloccano - e sopporta bene gli sbalzi di temperatura. Caratteristiche molto importanti per la produzioni in aree dal clima molto caldo. Sviluppa precocemente la covata, tra dicembre e gennaio, evita quindi il blocco della covata invernale comune alle altre specie. L’ape nera sicula consuma anche meno miele delle altre api.

Da noi puoi trovare:
miele di arancio, sulla, cardo e mandarino, tutti prodotti dall'ape nera sicula